Flavio Giurato – Il Tuffatore

Flavio Giurato - Il Tuffatore

La categoria Meh è nuova, praticamente qui andrà tutta la musica che in un determinato momento della vita mi è piaciuta... ed ora non granchè... MEH!




Flavio Giurato - Il Tuffatore

Album

Il tuffatore è il secondo album del cantautore Flavio Giurato.

Il disco

Come per il precedente Per futili motivi, anche Il tuffatore è un concept album: il tema questa volta è una storia d'amore, nata durante un torneo di tennis ("Tu sei nel mio cuore dal torneo di Orbetello/quando è libecciato e non si è giocato..."), con divagazioni sulla vita giovanile di quegli anni e, qui e là, alcuni spunti ironici ("Amore amore amore,/figliola non andare coi cantautori,/amore amore amore/che poi finisci nelle canzoni...").

La copertina del disco è completamente blu, con due disegni verdi, un tondo ed un tondo con una linea sulla destra.

A questo disco si sono ispirati alcuni noti scrittori italiani come Aldo NoveTiziano ScarpaPaolo NoriFulvio Abbate ed altri per scrivere alcuni racconti, pubblicati nel 2004 nel volume Il tuffatore - Racconti e opinioni su Flavio Giurato.

L'album è presente nella classifica dei 100 dischi italiani più belli di sempre secondo Rolling Stone Italia alla posizione numero 84.

Rockit.it

Nel 1982 il musicista romano pubblicava il suo disco capolavoro, diventato uno dei tesori più nascosti non nascosti del nostro cantautorato: testi criptici, vocalità dirompente, lunghe suite e brani abbozzati, il tutto in un inedito mix di italiano-inglese. Lo celebriamo ripercorrendone la storia


Elaborazione grafica sulla foto contenuta all'interno del vinile originale
Elaborazione grafica sulla foto contenuta all'interno del vinile originale

Sono i tempi di Mister Fantasy, primo canale Rai. Un programma innovativo, ideato da Paolo Giaccio, con Carlo Massarini biancovestito al timone. Va in onda dal 1981 al 1984 per un totale di quattro edizioni.
La musica in primo piano, veicolata da una quantità industriale di videoclip, una novità pressoché assoluta per l’epoca. A Mister Fantasy passano in tanti, tutti accompagnati dai propri video d’ordinanza. Dai nomi consolidati, leggasi Edoardo Bennato, Banco del Mutuo Soccorso, Gianna Nannini o Eugenio Finardi, ad altri ben lontani dall’immaginario del rock tricolore, come Scialpi, il Gruppo Italiano e Luca Barbarossa, oltre a qualche outsider: i Krisma, Enzo Carella, i Kaos Rock, Garbo. E Flavio Giurato, appunto.

Lo conoscono in pochi. In pochissimi, a dirla tutta. Anche se non stiamo parlando di un musicista di primo pelo. L’esordio in campo discografico risale al 1974: Giurato ha 25 anni quando scrive una canzone, Madame Marilù, destinata a riempire i solchi di Domenica mattina, album della debuttante Anna Melato, sorella dell’attrice Mariangela nonché moglie del musicista Gianni Mazza.

Il primo disco

Il cantautore romano dovrà aspettare quattro anni per sfruttare la possibilità di registrare un disco tutto suo: Per futili motivi esce nel 1978 e passerà del tutto inosservato o quasi, nonostante non abbia nulla da invidiare ad altre produzioni coeve. Succede. Succede anche che la Ricordi, la label che ha pubblicato Per futili motivi, saluti il buon Giurato augurandogli migliori fortune.

Gli anni ’80 si stagliano all’orizzonte e Flavio Giurato si trova tra le mani un pugno di nuove canzoni. Le sottopone all’ascolto dell’amico Piero Tievoli, un chitarrista conosciuto un paio di anni prima durante le vacanze estive passate in Versilia. I due ci lavorano sopra per poi bussare alle porte della CGD. Che si aprono, anzi, si spalancano.

L’etichetta milanese offre le sue sale di registrazione con la promessa di spedire Giurato e Tievoli agli Air Studios di Londra, dove troveranno due pezzi da novanta a dare man forte: il sassofonista Mel Collins, già con i King Crimson e i Dire Straits, e il percussionista Ray Cooper, vecchio sodale di Elton John. Si lavora tra Roma e Milano, oltre a Tievoli, Giurato si affida alla batteria di Massimo Buzzi, al basso di Vito Cappa, alle tastiere di Toto Torquati.

Poi la trasferta a Londra, dove Collins e Cooper disegneranno le loro coordinate, sigillando le 12 canzoni che finiranno all’interno de Il tuffatore e fornendo un contributo decisivo alla riuscita del disco.Sono passati 40 anni dall’uscita di un album del quale pochi conoscono la bellezza. Un disco di culto, evocato spesso, celebrato in rete, amato dalla stampa musicale.

Monografia

Qualche anno fa, nel 2003, la No-Reply gli ha dedicato persino una monografia (Racconti e opinioni su Flavio Giurato. Il tuffatore). Eppure Il tuffatore è sempre rimasto confinato ai margini della discografia tricolore. Il suo autore, d’altra parte, non ha mai inseguito il successo.

Giurato si trova piazzato al di fuori da ogni schema: lontano dai cantautori politicizzati e dalla loro pretesa di lanciare messaggi, distante da chi ha costruito la propria carriera artistica abusando della rima cuore/amore. Preferisce parlare di sé (iconico il suo verso "Io vivo e lavoro per me", scolpito all’interno del testo di Notte di concerto), di vacanze in perfetto stile borghese a Orbetello, di come le ragazze debbano evitare di andare coi cantautori (“Che poi finisci nelle canzoni…”).

Cita dischi, guarda caso, di culto (Wings, di Michel Colombier), parla di salite della precisione, di Walter Chiari, di aerei adatti allo scambio di persone, di tennis, di eroina, di fidanzate che poi finiscono per sposare un altro. A volte certi passaggi testuali possono risultare enigmatici se non criptici, ma è impossibile resistere al fascino di versi come "Una donna alta non è mai banale, sarà per il suo sguardo necessariamente superiore".

Ma se, in 40 anni, Il tuffatore non è invecchiato nemmeno un po’, è anche merito della musica nata tra le session messe su tra Roma, Milano e Londra. Lo scrittore e giornalista Stefano Pistolini spiega con efficacia, tra le pagine di Flavio Giurato.

Ancora citato

Le gocce di sudore più duro, il bel libro di Giuliano Ciao edito da Crac nel 2020, come la seconda fatica discografica di Flavio Giurato sia arrivata indenne sino ai nostri giorni:

Il tuffatore è un disco straordinario e un caso piuttosto unico nella produzione italiana, ha un respiro internazionale che i nostri dischi non avevano, soprattutto quelli di scuola cantautorale. Il tuffatore aveva qualcosa di raro sia dal punto di vista compositivo, tantissimo dal punto di vista poetico. (…) Gli sviluppi del disco sono assolutamente inconsueti, il respiro dei pezzi va tranquillamente dal brevissimo al lunghissimo, ci sono tante fasi strumentali. (…) Infine è dirompente l’utilizzo della voce di Flavio, sfruttata come fosse anch’essa uno strumento”.

È altrettanto evidente che tra i musicisti coinvolti nelle registrazioni si sia creata un’alchimia strepitosa. Che si è riverberata nella miccia in salsa free jazz di Introduzione, nei soffici arpeggi di L’acchiappatore dell’acqua, nella maestosità di Orbetello, con la sua magnifica fuga in avanti dettata da pianoforte e percussioni, nella ninna nanna acustica di La stanza del mezzosogno, nella felpata Valterchiari, nella severa Marcia nuziale, nella tragica dolcezza di Simone, nell’elettricità molesta di La scuola di congas, nella rabbiosa Notte di concerto.

E poi nel pezzo che dà il titolo all’intero 33 giri: Il tuffatore. La canzone perfetta, la meraviglia concentrata in 1’39’’, corroborata da un testo decisamente fuori sync: “Volevo essere un tuffatore, con l’altezza sotto il naso e il gonfio del costume. Volevo essere un tuffatore che si aggiusta e si prepara di bellezza non comune. E ora voglio essere un tuffatore, per rinascere ogni volta dall’acqua all’aria”.

Ascoltare
 “Provate – se riuscite a trovarla – una cosa scontata in questo disco”. Come non essere d’accordo con un altro giornalista di lungo corso, quell’Enrico Deregibus che così si esprimeva tra le pagine del già menzionato volume pubblicato dalla No-Reply? Peccato che a poco o nulla siano serviti gli assist forniti da Carlo Massarini, quando Mister Fantasy provò a lanciare dagli schermi televisivi questo cantautore diverso da tutti gli altri passanti.
Eppure de Il tuffatore si continua a parlare e a scrivere. Nel 2017, nel corso del Record Day Store, ne è uscita una ristampa: un ulteriore attestato di stima, l’ennesimo assist a chi non conosce ancora questo capolavoro assoluto. Che è sempre lì, sfuggente come chi lo partorì in quel lontano 1982. Nascosto, certo, ma non invisibile. È sufficiente cercarlo.

Artist

Flavio Giurato (Roma10 gennaio 1949) è un cantautore italiano.

Biografia

Figlio di un diplomatico, Giovanni Giurato, che è stato Console Generale in Uruguay, inizia la carriera come autore, scrivendo per altri artisti come Anna Melato (Madame Marilou, nel 1974). È fratello del giornalista Luca Giurato e del direttore della fotografia Blasco Giurato; suo nonno materno fu il regista e librettista Giovacchino Forzano.

Firma un contratto con la Dischi Ricordi e pubblica nel 1978 il suo primo LPPer futili motivi, un concept album sulla storia di un ragazzo nel periodo del fascismo e dello scoppio della seconda guerra mondiale.

L'album viene trasmesso spesso dalle radio private, in particolare la title track (con il ritornello in romanesco) e Che ne sapevo; ma è il disco successivo, Il tuffatore (pubblicato per la CGD), quello che è giudicato il suo capolavoro e che, grazie anche alla trasmissione Mister Fantasy (condotta da Carlo Massarini) che trasmette nel corso delle puntate i video di alcune canzoni del disco, riscuote maggior successo.

Le atmosfere musicali mescolano, come nel precedente, canzoni acustiche come ValterchiariIntroduzione o Notte di concerto a melodie orecchiabili come L'acchiappatore dell'acqua e Orbetello, oltre ad un brano strumentale, La stanza del mezzosogno.

Anche in questo caso si tratta di un concept album: il tema questa volta è una storia d'amore, nata durante un torneo di tennis ("Tu sei nel mio cuore dal torneo di Orbetello/quando è libecciato e non si è giocato..."), con divagazioni sulla vita giovanile di quegli anni e, qui e là, alcuni spunti ironici ("Amore amore amore,/figliola non andare coi cantautori,/amore amore amore/che poi finisci nelle canzoni...").

Audio

Testo

All I wanted to be was a beautiful diver
All I wanted to be was a beautiful diver
Bound to believe there's nothing like being seen
In revealing swimming trunks

Volevo essere un tuffatore
Con l'altezza sotto il naso ed il gonfio del costume
Volevo essere un tuffatore
Che si aggiusta e si prepara di bellezza non comune

E ora voglio essere un tuffatore
Per rinascere ogni volta dall'acqua all'aria
Voglio essere un tuffatore
Per rinascere ogni volta dall'acqua all'aria
Voglio essere un tuffatore
Per rinascere ogni volta dall'acqua all'aria
Voglio essere un tuffatore
Per rinascere ogni volta dall'acqua all'aria, all'aria




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