The Rolling Stones – Paint It, Black

The Rolling Stones - Paint It Black

Rui Cardo Suggestions presenta grandi classici e perle nascoste, versioni ufficiali e live ricercati.

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The Rolling Stones - Paint It, Black

Song

Paint It Black (originariamente pubblicata come Paint It, Black) è un singolo del gruppo musicale britannico The Rolling Stones pubblicato il 7 maggio 1966 negli Stati Uniti d'America. Nello stesso anno, la canzone compare come traccia d'apertura nella versione statunitense dell'album Aftermath. È accreditata al duo compositivo costituito da Mick Jagger e Keith Richards.

Il singolo raggiunse il primo posto in classifica sia nel Regno Unito sia negli Stati Uniti d'America. La canzone divenne il terzo numero 1 in classifica dei Rolling Stones in America, e il sesto in Gran Bretagna. Sin dalla sua uscita, il brano venne ritenuto di notevole pregio ed importanza quale primo successo da primo posto in classifica ad includere il suono del sitar, particolarmente in Gran Bretagna, dove entrò in classifica in altre due occasioni, ed è stato oggetto di numerose reinterpretazioni, e incluso in varie compilation e colonne sonore di film.

Il brano

La canzone fu scritta da Mick Jagger, Keith Richards e Brian Jones che ha contribuito alla creazione del riff, ma è ufficialmente accreditata al solo binomio artistico Jagger/Richards. Nel suo libro, Bill Wyman definisce questa canzone come il risultato di uno sforzo collettivo di tutta la band nonostante sia normalmente accreditata alla sola accoppiata Jagger/Richards. Si tratta di un brano pop rock che unisce la semplicità di una grande melodia pop a un sound trascinante con influenze orientaleggianti.

Il singolo raggiunse la prima posizione nelle classifiche statunitensi per due settimane, britanniche, in Canada ed in Olanda per quattro settimane e la seconda in Germania, Austria e Norvegia nel 1966. Nel 1990 ritorna in prima posizione in Olanda per cinque settimane. Nel 2004, la canzone ha guadagnato la posizione numero 174 nella lista delle migliori 500 canzoni di sempre redatta dalla rivista Rolling Stone.

Nella prima edizione del singolo, il titolo della canzone era indicato come Paint It, Black, una variante che è stata successivamente soppressa, ma che rimane ancora di uso comune. Secondo Keith Richards, la virgola nel titolo era stata scorrettamente aggiunta dalla casa discografica dando al brano un connotato razzista non voluto.

Storia e composizione

Brian Jones nel 1965

La canzone nacque mentre Bill Wyman suonava l'organo Hammond durante una sessione di registrazione. Charlie Watts cominciò ad accompagnare l'organo con la batteria creando quella che sarebbe diventata la base della canzone finale. Brian Jones aggiunse il giro di Sitar (che aveva pensato di suonare dopo una visita di George Harrison) e Richards la chitarra acustica.

Jagger aggiunse il testo probabilmente incentrato sul dolore di un uomo che ha visto morire la propria donna. La chitarra elettrica solista è suonata da Richards mentre il pianoforte è suonato da Jack Nitzsche. Il basso è stato poi aggiunto in sovraincisione da Wyman usando la pedaliera di un organo Hammond B3:

«Cominciai ad armeggiare con l'Hammond. Charlie afferrò subito il ritmo e Brian suonò la linea melodica sul sitar. Io suonavo il basso normale nel disco; poi, riascoltandolo, suggerii l'impiego dell'organo a pedali Hammond. Ero steso per terra sotto l'organo e suonavo un secondo riff basso sui pedali con i pugni, pestando a un tempo più veloce del doppio. Stranamente, chissà perché, quella composizione non fu mai accreditata a Nanker Phelge
(Bill Wyman, dichiarazioni alla stampa.)

Il testo della canzone è, per la maggior parte, stato scritto per descrivere stati d'animo come la depressione e il dolore attraverso l'uso del colore come metafora. Inizialmente, Paint It Black era stata composta con un arrangiamento pop, e scherzosamente paragonata da Mick Jagger alle "canzoni che si suonano durante i matrimoni ebraici". Il brano descrive l'estrema sofferenza patita da una persona sbalordita dalla perdita improvvisa e inaspettata di una moglie, amante o partner.

Un sitar, strumento tradizionale di musica classica indiana impiegato nella canzone

Si afferma spesso che Jagger prese ispirazione dal romanzo del 1922 Ulisse dello scrittore James Joyce, prendendo l'estratto «I have to turn my head until my darkness goes», riferendosi al tema del romanzo di una visione globale della disperazione e della desolazione. La canzone stessa venne compiutamente realizzata quando Brian Jones si interessò alla musica marocchina. Fu la loro prima canzone a presentare una parte di sitar.

Paint It Black giunse in un momento di capitale importanza nella carriera dei Rolling Stones, un periodo che vide il binomio artistico-compositivo Jagger/Richards affermarsi come principale autore del materiale della band. Questo è evidente dalle sessioni di registrazione dell'album Aftermath, dove per la prima volta il duo compose tutte le canzoni incluse nel disco.

In aggiunta, Jones, messo in ombra da Jagger e Richards, stufo di cercare di scrivere canzoni originali, preferì dedicarsi allo studio e alla sperimentazione di nuovi strumenti musicali. Per alleviare la noia, Jones sperimentò l'utilizzo di strumenti orientali, dedicandosi in particolare al sitar, arricchendo così la struttura musicale e la complessità del gruppo. Polistrumentista, Jones era in grado di imparare a suonare strumenti insoliti in breve tempo, e conosceva già parzialmente lo strumento grazie ai suoi studi passati con Harihar Rao, musicista di musica classica indiana.

Registrazione
«Per Paint It Black, usai una terza abbassata di tono. Il suono che si ottiene da un sitar è una specie di blues basico, e il mio risultava dall'abbassamento di tono degli accordi di terza e di settima.»
— Brian Jones, giugno 1966

Il nastro master di Paint It Black venne inciso l'8 marzo 1966, presso gli RCA Studios di Los Angeles, con il produttore discografico e manager Andrew Loog Oldham presente durante il processo di registrazione. La maggior parte dei primi arrangiamenti provati per il brano, si ispiravano alla versione degli Animals del tradizionale The House of the Rising Sun, ma i Rolling Stones erano insoddisfatti, e presero in considerazione l'idea di scartare la canzone.

Tuttavia, mentre armeggiava con un organo HammondBill Wyman provò a rafforzare una particolare linea di basso, usando il pedale dello strumento. Quanto provato da Wyman piacque agli altri, e ispirò la melodia pentatonica orientale del pezzo. Secondo tutti i resoconti, il sitar fu aggiunto al missaggio dopo che il musicista indiano Harihar Rao, discepolo di Ravi Shankar, si era presentato in studio con lo strumento in mano.

Nel suo libro Brian Jones: The Making of the Rolling StonesPaul Trynka ha fatto notare che l'influenza del sitar suonato da George Harrison dei Beatles nel brano Norwegian Wood (This Bird Has Flown) presente nell'album Rubber Soul, possa aver ispirato Jones ad utilizzarlo in Paint It Black. In risposta all'accusa di star semplicemente copiando quanto fatto dai Beatles, tuttavia, Jones disse: «Che scemenza totale! Allora si potrebbe dire che copiamo tutti gli altri gruppi che suonano il sitar. Non bisogna per forza ricavare quello strano sound indiano dal sitar».

La sua parte di sitar divenne immediatamente influente nello sviluppo di un intero sottogenere di musica psichedelica. Abbinato allo straordinario motivo strumentale, il suono del sitar è completato dal cantato minaccioso e leggermente nasale di Jagger. In aggiunta, Paint It Black è illuminata dal pesante basso di Wyman, dal drumming di Charlie Watts, e dall'introduzione alla chitarra acustica suonata da Richards.

Pubblicazione
«Una gloriosa intemperanza a base di raga rock che rispedirà gli Stones al primo posto nelle classifiche di mezzo mondo e rappresenterà probabilmente il più colossale pugno allo stomaco al pop da quando Peter Sellers conobbe Sophia Loren
— Melody Maker, 14 maggio 1966

Paint It Black fu pubblicata su singolo negli Stati Uniti d'America il 7 maggio 1966, raggiungendo il primo posto nella classifica Billboard Hot 100 durante una permanenza totale di undici settimane. In Gran Bretagna, il 45 giri uscì il 13 maggio 1966 e conquistò la vetta della UK Singles Chart restando in classifica per dieci settimane. Alla sua prima pubblicazione, il titolo del brano era Paint It, Black, con una virgola posta tra le parole Paint it e Black.

Si trattò di un probabile errore di stampa della Decca Records come riportato dagli stessi membri dei Rolling Stones, ma, nondimeno, fece sorgere polemiche circa eventuali interpretazioni razziste. Dipingilo, nero, effettivamente, poteva suonare un po' sinistro, specie in quegli anni di forti tensioni razziali. E così nelle successive ristampe del singolo, il titolo venne modificato definitivamente in Paint It Black (senza virgola).


Album

Aftermath è un album discografico del gruppo rock britannico The Rolling Stones, pubblicato in Gran Bretagna il 15 aprile 1966 (Decca SKL 4786) e negli Stati Uniti d'America il 1º luglio 1966 (London PS 476). Fu il primo disco della band con tutte le canzoni composte dalla coppia Jagger/Richards. Le versioni britannica e statunitense differiscono sia per lista tracce che per copertina.

Nel 2003 l'edizione americana dell'album si è classificata alla posizione numero 108 nella lista dei 500 migliori album di sempre redatta dalla rivista Rolling Stone.

Nell'agosto del 2002 le due edizioni dell'album sono state pubblicate in una nuova versione rimasterizzata, sia nel formato CD che in quello SACD, dalla ABKCO Records.

Il disco

In questo album sono molte le sperimentazioni musicali del gruppo, in particolare di Brian Jones, che ispirato da George Harrison dei Beatles in Rubber Soul, utilizza il sitar in Mother's Little Helper e Paint It Black ed il dulcimer in Lady Jane e I Am Waiting. Per contro, Keith Richards si concentra sul lavoro delle chitarre. Successivamente venne rivelato che lo stesso Jones, frustrato per la leadership di Jagger e Richards prima dell'incisione di questo album, introdusse l'uso di questi strumenti esotici a riprova proprio della sua frustrazione artistica. Il suo contributo alla band dopo Aftermath, iniziò comunque ad essere sempre minore, fino alla sua forzata espulsione dal gruppo nel giugno del 1969.

L'album ebbe un buon successo, sia in Inghilterra, piazzandosi alla prima posizione della classifica per otto settimane, sia in America, dove il disco balzò al secondo posto delle classifiche, diventando successivamente disco di platino.

Benché la consistenza dei testi venne considerata vacillante in alcune parti dell'album, Aftermath fu importante perché mise la coppia Jagger/Richards allo stesso livello di compositori come Lennon/McCartney e Bob Dylan, e ridefinì i Rolling Stones come band sempre votata al rhythm and blues, ma anche artisticamente creativa e aperta a nuove influenze.

Particolare sensazione fece all'epoca il brano Goin' Home, la cui durata spropositata di 11 minuti e 13 secondi era senza precedenti in relazione a una canzone pop o rock del tempo. A tal proposito in seguito Richards rivelerà: «Quel pezzo era stato scritto per durare solo due minuti e mezzo circa, ma successe che continuammo a suonare tenendo i registratori accesi, io alla chitarra, Brian all'armonica, Bill, Charlie e Mick. Se c'è pure il piano, quello è Stu».


Artist

The Rolling Stones è un gruppo musicale rock britannico, composto da Mick Jagger (voce, armonica, chitarra), Keith Richards (chitarre, voce), Ronnie Wood(chitarre, cori) e Charlie Watts (batteria, percussioni).

È una delle band più importanti e tra le maggiori espressioni di quella miscela tra rock e blues che è l'evoluzione del rock & roll anni cinquanta, da loro rivisitato in chiave più dura con ritmi lascivi, canto aggressivo e continui riferimenti al sesso e alle droghe.

Per la loro trasgressività furono contrapposti ai più rassicuranti Beatles, anche se tale contrapposizione fu spesso creata dagli stessi Rolling Stones che si comportavano in modo volutamente antitetico rispetto ai Beatles (con i quali ebbero peraltro sempre un ottimo rapporto di stima e amicizia), proponendo così un modello alternativo a uso e consumo della stampa musicale.

I Rolling Stones costituiscono una pietra miliare nell'evoluzione della musica rock del XX secolo, avendo dato voce al malcontento e di conseguenza alla protesta di intere generazioni, incarnando così il travagliato spirito dei grandi bluesman del passato e scegliendo il titolo di una canzone di uno di questi (Muddy Waters) come nome del loro gruppo.

I Rolling Stones sono stati ammessi nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1989 e nella UK Music Hall of Fame nel 2004. La rivista Rolling Stone li colloca al quarto posto nella classifica dei più grandi artisti di tutti i tempi. Nella loro carriera hanno venduto più di 250 milioni di copie. Hanno pubblicato trentacinque album in studio, diciotto album dal vivo e numerose raccolte.

Video

Lyrics

I see a red door and I want it painted black
No colors anymore I want them to turn black
I see the girls walk by dressed in their summer clothes
I have to turn my head
until my darkness goes

I see a line of cars and they're all painted black
With flowers and my love both never to come back
I see people turn their heads and quickly look away
Like a new born baby it just happens ev'ry day

I look inside myself and see my heart is black
I see my red door and it has been painted black
Maybe then I'll fade away and not have to face the facts
It's not easy facin' up when your whole world is black

No more will my green sea go turn a deeper blue
I could not foresee this thing happening to you

If I look hard enough into the settin sun
My love will laugh with me before the mornin comes

I see a red door and I want it painted black
No colors anymore I want them to turn black
I see the girls walk by dressed in their summer clothes
I have to turn my head until my darkness goes

Hmm, hmm, hmm,...

I wanna see it painted, painted black
Black as night, black as coal
I wanna see the sun blotted out from the sky
I wanna see it painted, painted, painted, painted black

Yeah!

Hmm, hmm, hmm,...

Testo

Vedo una porta rossa e la voglio dipingere di nero
Niente più colori, voglio che diventi tutto nero
Vedo ragazze camminare con i loro abiti estivi
Devo voltare la testa
finché la mia oscurità non se ne va

Vedo una fila di macchine e sono tutte dipinte di nero
Con i fiori e il mio amore che mai ritorneranno indietro
Vedo persone girare la testa e che subito voltano lo sguardo altrove
Come un bambino che nasce, ciò accade proprio ogni giorno

Guardo dentro di me e vado che il mio cuore è nero
Vedo la mia porta rossa ed è stata dipinta di nero
Forse svanirò e non dovrò affrontare la realtà
Non è così facile farsi notare quando tutto il tuo mondo è nero

Mai più il mio mare verde tramuterà in un profondo blu
Non potevo immaginare che ciò sarebbe capitato a te

Se io guardo intensamente dentro il sole che tramonta
Il mio amore amore riderà con me prima che venga la mattina

Vedo una porta rossa e la voglio dipingere di nero
Niente più colori, voglio che diventi tutto nero
Vedo ragazze camminare con i loro abiti estivi
Devo voltare la testa finché la mia oscurità non se ne va

Hmm, hmm, hmm

Vedo una porta rossa e la voglio dipingere di nero
Nera come la notte, nero come il carbone
Voglio vedere il sole uscire fuori dal cielo
Lo voglio vedere dipinto, dipinto, dipinto, dipinto di nero

Si!

Hmm, hmm, hmm

Audio

Live 1990

Ed Sullivan Show

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