Mad Cool Festival 2018 Madrid

Mad Cool Festival 2018 Madrid

Rui Cardo Reportage... piccoli video per grandi concerti... o il contrario?


Mad Cool Day 1

Con addirittura ben due ore di sonno sul groppone giovedì 12 luglio 2018 si parte alla volta della capitale iberica, Madrid.

Arrivati e sistemati si tenta di raggiungere il luogo dell'evento ma nel frattempo arrivano preoccupanti notizie dall'unico gruppo di Facebook riguardante l'evento ("Mad Cool English Speaking Fans") sembra ci siano code chilometriche (dalle due alle quattro ore) per i sfortunati senza bracciale inviato a casa.

La location, per dirla alla romana, è a "Monculo", praticamente lontanissimo dal centro di Madrid, accanto all'aeroporto, in un campo nel mezzo del nulla.

Il mezzo più vicino per raggiungerlo è il treno, per fortuna a modica cifra di 1.70€. Con bellissima sorpresa bisogna aggiungerci sui 3km a piedi. Inoltre l'organizzazione è pessima... i cartelli? Esigui, se sbagli corsia del marciapiede vieni diviso da delle reti inutili ed infine arrivato finalmente alle barriere di accesso non hai modo di passarle perchè continui ad essere separato dalla corsia giusta nonostante sia ad un centimetro da te, devi ritornare indietro e rifarti tutta la stessa strada due volte. E non sono 50 metri.

L'accesso con il bracciale (o pulsera, in originale) per fortuna è veloce anche se un po' assurdo.. ha il codice a barre su una targhetta dello stesso... ergo per 3 giorni non ci si lava per paura di rovinare il codice.....

Purtroppo la tabella degli orari non è felice, tutte le esibizioni partono dalle 18 (le più scarse) in poi per finire alle 04:30 del mattino seguente... Ok per il caldo ma non ci siamo assolutamente.. Nonchè molti accavallamenti che non permettono di seguire i gruppi preferiti.

12 Luglio:

Arriviamo intorno alle 19 e sentiamo i Eels, c'è già parecchia gente al seguito ma sinceramente l'esibizione non ci fa impazzire, bravi ma niente di eclatante. Mentre iniziano i Fleet Foxes che ci piacciono ma forse non abbastanza e viriamo sul palco dove sta per suonare Leon Bridges, rivelazione R&B degli ultimi anni, percependo su un altro palco la forza esplosiva del punk rock dei Fidlar che ammettiamo di non conoscere ma di cui ci informeremo presto 🙂 .

Leon è un animale da palco e si muove ballando per tutto lo stage, ogni tanto si perde un po' la voce ma coinvolge tutto il pubblico che è venuto a sentirlo. Conclude con il pezzo con cui è "impossibile non innamorarsi" (citazione fanciullesca dalla meravigliosa serie tv Big Little Lies), River.

Sul finire ci si sposta chiaramente dai Tame Impala, spettacolo di luci e colori con la maggior parte dei loro successi anche se a dire la verità una leggera delusione sul comparto voce.

Poi il piatto forte della serata, i mitici Pearl Jam che iniziano come nel resto del tour con Release ma limitano per il festival le loro solite 3 ore e passa di concerto a poco più di 2. La sensazione è proprio che Eddie e la band corrano senza pause tra una canzone e l'altra per far ascoltare più pezzi possibili ai loro fan. Nonostante ciò anche questa sera non manca un messaggio politico e sociale.

A seguire degni di nota i Kasabian e i MGMT anche se ad un orario veramente improponibile (con sole 2 ore di sonno sulle spalle poi...)

Leon Bridges – Beyond

Leon Bridges – River

Tame Impala – The Less I Know The Better

Pearl Jam – Release

Pearl Jam – Elderly Woman…

Pearl Jam – Better Man

Pearl Jam – Just Breathe

Pearl Jam – Sirens

Mad Cool Day 2

Prima di parlare della giornata spendiamo una piccola parentesi su come tornare dal luogo dell'evento: un DISASTRO.

Per fortuna avevamo fatto l'abbonamento bus, partendo dai soliti 3km a piedi fuori l'uscita del Mad Cool si arriva ad uno spazio di sosta per i bus, di cui 300mila diretti a plaza Castilla (ma inutili perchè comunque la zona è troppo lontana dal centro) e 4 per plaza Colon che era più comoda. Presi fortunatamente questi ultimi ci ritroviamo a una discreta distanza dall'appartamento, il primo giorno ci siamo incamminati a piedi ma sono stati 30-40 minuti di passeggiate in vie non propriamente consigliabili, le altre due serate abbiamo rimediato aspettando un autobus notturno.

E questa nonostante la durata non breve del viaggio (due ore la prima serata, un ora e qualcosa le altre due) è stata la scelta migliore, perchè le alternative invece portavano ad aspettare con file chilometriche un taxi per poi spendere un patrimonio, prendere mezzi quali treno o metro che scendevano ad una fermata solamente e poi arrangiarsi aggiungendo un uber o un taxi. Nel solito gruppo facebook di cui sopra ci si racconta i disagi della sera precedente e oltre alle solite file assurde leggiamo anche richieste malsane di addirittura 60 (SESSANTA!) euro per un passaggio Uber.

13 Luglio:

A malincuore si arriva troppo tardi per sentire The White Buffalo e si arriva al limite per sentire l'inizio del concerto di James Bay, che propone il nuovo album ed è molto più maturo e creativo del suo debutto. Verso la fine propone i suoi successi di pochi anni fa e il pubblico è veramente entusiasta, divertito e partecipa con il sorriso sulle labbra.

Nel frattempo iniziano i Snow Patrol ma con il cuore spezzato rimaniamo sotto il palco di Bay perchè a breve inizierà quel fenomeno di Ben Howard. E infatti ci giustifica e non ci delude con un gig intenso anche se, nostro malgrado, troppo breve. L'atmosfera è meravigliosa nonostante ci sia ancora, per una buona parte dell'esibizione, un po' troppa luce per il sole di fine giornata che toglie un po' di magia alla location.

Mentre finisce Ben inizia a suonare con una esibizione potente e coinvolgente, in uno dei palchi adiacenti, il mitico Jack White . E senza fermarsi un'attimo subito dopo scatta il vero show della serata: gli Arctic Monkeys riprongono i loro cavalli di battaglia con una consapevolezza da veri re incontrastati dell'Indie. Il loro sound, come quasi tutti in questo festival, si riconosce lontano un miglio e il carisma di Alex Turner sfonda anche i monitor posizionati ai lati del palco.

Poi la più grossa delusione del festival, i Massive Attack cancellano il loro show per la presenza e il rumore dei Franz Ferdinand in un palco vicino (ringrazio Bojan Sutulovic per il generoso ed esaltante contributo video). Va detto che a "bocce ferme" tra un palco all'altro effettivamente si sentivano i suoni adiacenti ma ciò succedeva solo se non stavano suonavano davanti a te, nel qual caso il suono principale copriva totalmente gli altri vicini che alla fine risultavano non dare assolutamente fastidio e si potevano notare solo nelle pause tra un pezzo e l'altro. Ergo... Massive Disappointment.

Ah altra notizia... mentre suonavano i Monkeys... c'erano gli Alice In Chains! Eh purtroppo il dono dell'ubiquità non ci è stato fornito dall'alto ma sembra sia stato un grande spettacolo.

James Bay – Let It Go

James Bay – Hold Back The River

Ben Howard – Small Things

Jack White – Would You Fight For My Love?

Jack White – Seven Nation Army

Arctic Monkeys – Do I Wanna Know?

Franz Ferdinand – Take Me Out

Mad Cool Day 3

Con la distruzione nel corpo ci avviamo all'ennesimo ricchissimo e ultimo giorno di festival!

14 Luglio:

Ci accoglie con la sua faccia sorridente il suo sound estivo...chi? Ma il buon Jack Johnson! Ci culla con le sue atmosfere perfette per essere bagnate dal sole e da un buon drink mentre noi eravamo sdraiati sull'infinito tappeto verde che gli organizzatori hanno opportunamente steso per tutto il perimetro del festival.

A seguire sul palco principale spuntano i redivivi Queens Of The Stone Age che ci danno la carica giusta per affrontare tutto il resto della serata (nel frattempo Josh Homme si sta trasformando sempre più in David Lynch... in ogni caso buon segno!!) Epico il momento in cui incoraggia tutti a scavalcare nella zona VIP dove erano presenti solo 4 sparuti gatti che occupavano un sacco di spazio utile per gli altri fan all'esterno... la sicurezza però è stata inflessibile e non ha fatto entrare nessuno, forse anche giustificatamente, sia per il prezzo alto che hanno pagato i VIP sia perchè effettivamente la gente poteva farsi male per spingere, scavalcare, ecc.

Poco prima della fine dell'esibizione ci spostiamo sullo stage Radio Station (uno dei palchi minori) e ci sentiamo le ultime canzoni dei Portugal. The Man, il pubblico presente non è poco e si diverte alla grande, facciamo in tempo a riprendere l'ultima e più famosa canzone del gruppo anche se nella registrazione i bassi erano proprio attaccati al microfono e distorcono abbastanza il suono del video.

In uno dei palchi principali iniziano i Depeche Mode (che non si smentiscono) ma poco dopo su questo stage inizia a suonare uno dei gruppi rock rivelazione dell'ultimo periodo. Potenti, grandi riff e una voce pazzesca da parte del cantante Jay Buchanan. Loro sono i Rival Sons e ci godiamo tutto il loro bellissimo concerto.

Grande errore poi far partire nello stesso momento i NIN e i Future Islands.. non esattamente lo stesso genere ma in realtà, cosi come noi, molta gente avrebbe sentito volentieri entrambi i gruppi. Ci siamo dedicati chiaramente più ai Nine Inch Nails (con un Trent Reznor in una forma pazzesca!!) ma siamo andati a fare un salto obbligatoriamente a sentire quel pazzo di Samuel T. Herring che urlava, saltava e si buttava per tutto il palco (che ci perdonerà... ma sembrava avesse 50 anni invece che 34.. gonfio e con pochissimi capelli... ehi Sam.. tutto bene??)

A seguire i Jet e gli Underworld... non siamo più così giovani 🙂


In conclusione un festival pazzesco ma con varie lacune organizzative. Va detto che, come piccola giustificazione, era il primo anno che si sono spostati in questo nuovo spazio. Suggerimenti obbligatori:

  • Più spazio / meno gente ... eravamo troppi nelle stesse zone
  • Zone VIP più piccole, non possono occupare tanto spazio vuoto davanti il palco
  • Trasporti! Organizzare meglio almeno gli autobus verso il centro o organizzare con il comune le metropolitane aperte fino a mattina
  • Entrate / Uscite ... troppo lontane, troppi tratti a piedi.. bastava cambiare il senso di entrata e tutti sarebbero stati più felici invece la metro e il treno sbucava alla fine della zona, dovevi farla tutta al contrario entrare e poi rifarla tutta nell'altro senso per il palco principale... assurdo.
  • Rete. Non funzionante ne quella telefonica ne il WiFi... un minimo anche per contattare amici sparsi o per la sicurezza o per chiamare taxi ecc.

Jack Johnson – You And Your Heart

Jack Johnson – Banana Pancakes

Queens Of The Stone Age – No One Knows

Portugal. The Man – Feel It Still

Rival Sons – Electric Man

Rival Sons – Pressure And Time

Nine Inch Nails – Somewhat Damaged

Nine Inch Nails – The Day The World Went Away

Future Islands – Long Flight

Lascia un commento